domenica 1 febbraio 2015

Sottomissione

Houellebecq è uno dei pochi autori contemporanei che considero davvero geniali. Eppure l'ultimo suo libro, uscito con un'incredibile sincronia con gli eventi dei quali  sembra parlare, non mi ha convinto su nessun fronte.
L'idea originaria può essere in effetti intelligente e stimolante. L'Europa e la Francia in particolare, potrebbero essere il campo di nascita di una forzata alleanza tra partiti islamisti e partiti di sinistra; in uno scenario che alcuni si esercitano ad immaginare, in chiavi più o meno terroristiche. Il suo sviluppo invece è povero e anche un po' scontato. Avrebbe potuto renderlo più ricco ed elaborato, sia in termini di intreccio che di personaggi.
Il personaggio principale  è sempre lui: insofferente, indolente, ossessionato dal sesso e misogino,  ma questa volta ancora più scontato e inconcludente, che si lascia trascinare, senza una vera riflessione su quanto gli succede. Tutto avviene velocemente, senza alcun acume, senza davvero che ci sia quel particolare insolito punto di vista che ha reso così geniali i suoi precedenti libri.
Manca completamente un personaggio femminile credibile, che possa contrapporsi o spiegare la conversione all'Islam. Che le donne si lascerebbero così facilmente condizionare, che rinuncerebbero completamente ai loro diritti, è difficile da immaginare e Houellebecq non ci prova nemmeno a farlo.
C'è poi il parallelismo con la narrazione della vita e  delle opere  di Huysmans, livello interessante per evidenziare l'involuzione di una  personalità e della civiltà moderna. Però, mi spiace ancora sostenerlo, non ci riesce in pieno.
Forse mi aspettavo troppo o forse è davvero un tema troppo complicato, però ad esempio nel suo libro La possibilità di un'isola c'era tutt'altra capacità visonaria e creativa.
Mi chiedo se non ci fosse stata la coincidenza con la tragedia del giornale Charlie Hebdo, quanta notorietà e distribuzione avrebbe avuto questo libro?

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